Chiarella Symposion 0,92
bottiglia in vetro
2024
azienda: acque val menaggio
premi
Good Design Award 2024
iF Design Award 2025
Per il progetto della nuova bottiglia da 0.92, abbiamo subito condiviso con l’azienda l’intuizione di non voler fare delle copie del modello precedente da 0.70, uscita nel 2020 e ormai diventata un piccolo classico, ma piuttosto di mettere i due oggetti in relazione come potrebbe accadere in un rapporto famigliare, come tra fratello e sorella o qualcosa di più poetico come una relazione d’amore dove, come capita spesso, due persone molto diverse tra loro, sembrano in modo quasi magico assomigliarsi (molti riconoscono alle due bottiglie una polarità sessuale maschile/femminile anche se le opinioni sull’orientamento risultano molto diverse tra loro e non sarò certo io a rivelare quale fosse l’idea iniziale).
Entrambi i progetti sono ricchi di innovazioni tecnologiche e formali che restano però come interiorizzate, e non chiedono nulla all’utente se non di godere della relazione con l’oggetto. Ancora una volta il lavoro si è concentrato sulle dimensioni dell’icona e dell’archetipo, di per sé costrutti guidati da un desiderio di significato e durabilità nel tempo.
La bottiglia deve entrare nella vita delle persone, delle famiglie, trovare posto sulle tavole domestiche e della ristorazione senza invadere. Anzi, al contrario, portando una sua luce discreta che favorisca l’incontro tra persone e possa riverberarsi sulle pietanze, enfatizzandole. Non è importante che le persone sappiano il nome del designer, mi pare più premiante per il mio lavoro e in genere più urgente che si trovino semplicemente a loro agio con l’oggetto. Che possa diventare un compagno di strada.
Il tema del vetro resta chiaramente centrale, Il vetro ha dei limiti che noi abbiamo voluto portare agli estremi della produzione industriale, sperimentando e osando. Infine, la forma di entrambe le bottiglie genera un rinforzo strutturale invisibile, implicito. Per cui sia la 0,70 che la 0.92 sono molto resistenti alla rottura. Il vetro è diventato per noi strumento di trasparenza e enfatizzazione della luce. Le bottiglie sono in vetro bianco ed entrambe sono disegnate, attraverso una serie di stratagemmi formali, per raccogliere la luce. Un’Esperienza che diventa evidente quando le si pone su una tavola imbandita.
La circolarità è un elemento intrinseco nel riuso del vetro. Questo aspetto è stato colto ed enfatizzato sin dall’inizio dei concept di progetto. Tutto il processo progettuale è stato costruito con la volontà di generare una sorta di meccanismo virtuoso, in questo senso la circolarità è sempre un’opportunità. Per esempio, la sparizione dell’etichetta è allo stesso tempo un elemento visivo caratterizzante, una modalità per evidenziare e realizzare la massima trasparenza e una facilitazione della produzione industriale che si libera di due passaggi (scollare e incollare l’etichetta), non che l’eliminazione di una voce di capitolato.
Ancora, per fare un altro esempio tra i tanti, il piede di entrambe le bottiglie, che permette lo spostamento dello scuffing (il consumo del vetro per abrasione, dovuto ai susseguenti spostamenti in cassetta e nella catena industriale) in una zona invisibile. La “riga bianca” che in genere è un difetto in queste bottiglie diventa un pregio e consente di veicolare ancora più luce verso l’acqua.
Il lavoro con Chiarella è da sempre ruotato intorno a dei valori condivisi e guidato dalla volontà di veicolarli e renderli percepibili. Certo, una bottiglia deve piacere e vendere, essere sostenibile anche in questo senso ma è possibile e direi sempre auspicabile, progettare dei messaggi di valore.



